Sento spandersi un gran entusiasmo per la misura della Lagarde di ampliare l’ampiezza del QE. E la rabbia per le dichiarazioni di revoca del whatever di Draghi sembra sfumare. Insensato. Sarebbe come se un ammalato di tumore esultasse se gli dessero più palliativi al posto della chemio.
Cerchiamo di mettere qualche punto sulle ‘i’ che ne abbisognano. Prima di tutto la differenza tra whatever e QE, mi pare non venga colta spesso. Il whatever è una minaccia ai mercati nel caso si azzardino di speculare contro un debito sovrano. Questa minaccia è credibile, e fu creduta, per il modo specifico con cui avviene la speculazione sui mercati mondiali.
Il QE, invece è una misura, per così dire ricostituente, dopo una crisi. E non è neppure lontana parente del whatever.
Il whatever punta a impedire che i mercati vendano. Il QE invita a vendere.
Perché invita a vendere? La teoria dominante è che rendendo liquidi i mercati e aumentando il valore dei titoli questo indurrebbe a maggiori investimenti e quindi favorirebbe la ripresa. Non mi interessa discutere la teoria che comunque ritengo dubbia.
Mi limito a constatare che dopo il QE USA, partito nel 2012, l’economia americana effettivamente ha ripreso soddisfacendo il criterio della Yellen (Presidente della FED) per smetterlo: che la disoccupazione cadesse sotto il 5%. Mentre la ripresa di quella europea è stata molto inferiore.
La differenza non è stata fatta dal deficit del bilancio USA, uno stimolo del 6%, maggiore di quello europeo dell’1.5%, per il banale motivo che nel 2012 il deficit era già calato a livelli quasi pre-crisi. Ma la differenza l’ha fatta il sistema bancario americano.
Come dovrebbe funzionare infatti il QE: le banche, sia che vendono loro titoli o quelli dei clienti, ricevono riserve dalla Banca Centrale; cioè il loro c/c presso la BCE si espande e diventano più liquide. Contrariamente a ciò che si crede, però, le banche non prestano quello che ricevono, come accadrebbe se usassimo invece solo banconote: le banconote dai forzieri della banca passerebbero a nostra disposizione. Non così con i c/c di Banca centrale. In questo caso le banche possono concedere nuovi prestiti – e quindi creare nuova moneta – sulla base del fatto che sono più liquide in termini di riserve.
Le riserve – i c/c presso la Banca centrale – costituiscono solo la base per aumentare i prestiti. Ma le banche devono volerlo fare. Le banche americane hanno politiche di prestito molto aggressive (prima della crisi su prestiti ipotecari davano anche il 120% del valore della casa, in Italia il 50, e in Europa circa lo stesso). E col QE di Draghi le banche europee, e quelle italiane, hanno concesso relativamente pochi prestiti rispetto all’enorme aumento di liquidità in termini di riserve, e quindi il ricostituente non ha funzionato un gran che’.
In realtà non si capisce quale sia lo scopo del QE oggi. perchè il ricostituente si usa dopo aver superato la crisi, non prima. E certo non ora.
Adesso siamo di fronte a una crisi di reddito. Fabbriche che non lavorano e settori senza ordini e quindi cassa integrazione nel migliore dei casi, o addirittura niente reddito; e quindi crollo immediato di domanda corrente. A cosa serve il QE? A quello che ha fatto anche prima; a poco o niente. Le banche sono già liquide da prima, e avevano già ampi margini per concedere credito a imprese in difficoltà. Basterebbe annunciare, come ha fatto la Germania, una misura molto ampia di garanzie al credito, per togliere alle banche il peso del rischio di default dei creditori durante la crisi.
Riepilogando, né whatever né QE sono strumenti per affrontare una crisi di domanda (ovviamente la disorganizzazione delle supply chain mondiali comporta a anche uno shock di offerta che, cancellando redditi per i lavoratori si traduce immediatamente in una crisi di domanda; e su questa mi concentro).
Lo strumento resta sempre quello: spesa pubblica subito, quello che anche il Governo USA ha sempre usato indipendentemente dalle sue maledizioni alla teoria keynesiana (nel 1983 da Reagan come nel 2009 da Obama). E più veloce è la sua attuazione meglio è: l’helicopter money (che non è nient’altro che la spesa pubblica keynesiana in versione monetarista), cioè distribuire assegni a tutti (o quasi), decisa da Trump è la migliore di tutte, se salta tutta la complessità dell’approvazione dei bilanci e della distribuzione degli aiuti su cui come noto si scaricano guerre incredibili. Ovviamente è la migliore nel brevissimo periodo. Ma nel brevissimo periodo un’economia ha bisogno di rianimazione non di ricostituenti. E questa lo è.
L’equivalente europeo sarebbe la prima proposta Fassina sull’acquisto da parte della BCE di titoli irredimibili. Adesso, invece pare che Fassina esulti per la dichiarazione della Lagarde: incomprensibile e contraddittorio.
PS – L’unico argomento favorevole sarebbe che la maggiore liquidità del sistema bancario favorirebbe il riacquisto dei titoli di stato pericolanti, come il primo LTRO di Draghi. A parte il fatto che l’LTRO di Draghi era giustamente definito ‘illimitato’, come il whatever che lo è per definizione, mentre il QE non lo è.
Che senso ha revocare la misura sicuramente effettiva per una dubbia? Per di più senza dichiararlo formalmente. Altrettanto ipocritamente di come si è detto agli Stati di spendere senza revocare formalmente il Patto di Stabilità. Tenendosi le mani libere per rimangiarselo dopo, magari.
Forse una ragione c’è ed è connessa alla revoca del whatever. In estrema sintesi: tenere l’Italia per il collo. Ma su questo bisognerà tornare.