Alla fine, a due mesi dal primo provvedimento rispetto al coronavirus, è stato chiuso tutto quello che si poteva chiudere. È una situazione mai vista prima. È una decisione che avrà effetti devastanti. Tutto cambierà. Che Italia avremo? Il sistema politico come cambierà? Che ne sarà dell’Unione-euro? Come sarà il mondo? Il modello sociale liberista sarà travolto o risorgerà come l’Araba Fenice?
Sono tornati concetti che sembravano inespugnabili: la salute prima di tutto, sanità pubblica, l’autonomia differenziata è un problema, l’Unione Europea matrigna, serve una compagnia di bandiera. Si sente parlare di interesse nazionale!? Conte in televisione per rassicurare sottolinea che: “Lo Stato c’è”. Quello Stato che per decenni era additato come fonte di tutti i mali.
La politica sembrava dovesse essere asservita ai mercati o all’Unione ma (per ora) non sembra più del tutto così. Nei luoghi più impensati, sottovoce, c’è chi sta pensando che l’uscita dall’Unione possa diventare un’opzione. Una bestemmia fino a ieri.
Se così stanno le cose, ALLORA CAMBIARE SI PUÒ ! È FINITO IL TEMPO DEL T.I.N.A.
Se siamo arrivati alla CHIUSURA TOTALE è a causa delle politiche precedenti e dei sui paradigmi atti a favorire i pochi, la rendita finanziaria e le sue espressioni politiche.
Oltre a ciò, il virus ha fatto risaltare i comportamenti italioti del governo, partiti e dei vari organi della Pubblica Amministrazione: l’impreparazione, il burocratismo. I decreti emanati sono tanti cui si aggiungono le ordinanze delle regioni. Non da meno è la televisione che col la sua informazione parossistica cre ansia. Del web c’è poco da dire: impazza in tempi normali, figuriamoci in questa situazione!
Rimane invece il cialtronismo e il burocratismo: cancrene italica non neutrali e affatto innocenti. Nonostante abbiamo due Camere, siamo uno dei paesi con più leggi: tante leggi, tanto complicate, con un’esponenziale proliferazione di norme attuative; parte delle quali non vedono mai la luce. Per giunta abbiamo dato la podestà legislativa anche alle Regioni! Discendendo la scala gerarchica la situazione si complica ulteriormente. Ognuno si sente in dovere di interpretare; a volte non può fare altro. Così cresce il parossismo.
LA CHIUSURA TOTALE E’ DUNQUE LA CONSEGUENZA di decenni di tagli, privatizzazioni, proliferazione di luoghi decisionali motivi per cui si è smantellato qualsiasi elemento unificato di PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE.
Ad esempio, dopo ogni terremoto, crollo di ponte, alluvione si nomina un commissario ad hoc. La sanità ai tempi del coronavirus ne è un’altra tragica dimostrazione: mancavano protocolli e materiale minimo. L’Italia non li produce! È avvilente vedere chi ci aiuta; e per fortuna lo fanno. Senza dimenticare chi invece, i più vicini, hanno fatto il contrario.
Così si esaltano ipocriticamente i lavoratori della sanità come Mussolini esaltava i soldati mandati allo sbaraglio sui vari fronti a combattere senza mezzi adeguati.
In questo contesto credo abbia poco senso lo sport del confronto con gli approcci di altri paesi: la Cina, la Corea del sud, l’Inghilterra. Sono altri popoli, altri sistemi culturali, sociali, politici.
Anche nei confronti dell’Unione e dei Mercati si sta andando alla cieca. Questi adesso sembrano buoni. Se prima ci offrivano il cappio dove strozzarci, oggi “generosamente” ci offrono la corda ed il palo.
SENZA PROGRAMMAZIONE e con i tagli alla sanità, si sono avuti interventi confusi, tardivi, sincopati, incoerenti ed anche insensati. In questo quadro l’unico obiettivo è stato quello di diluire i contagi per non sopraffare una sanità mutilata con una programmazione just in time. E la maionese è impazzita. Speriamo, non impazzisca del tutto.
Basta vedere questa breve cronistoria dei provvedimenti:
• la Cina mette ufficialmente sull’avviso il 31/12/2019;
• 25 gennaio stop ai voli Cina;
• 30 gennaio prime misure profilattiche;
• 31 gennaio dichiarazione (oscura) dello stato di emergenza fino a giugno;
• 21 febbraio individuazione zona rossa di 11 comuni in Lombardia;
• 22 febbraio Vo’ Euganeo;
• 23 misure urgenti compreso il lavoro agile;
• 23 zona rossa in Lombardia e Veneto;
• 24 zona gialla in Liguria;
• 24 intervento su tasse ecc. ecc. nelle zone rosse;
• 25 febbraio istituzione di zone gialle;
• 1 marzo altre disposizioni;
• 2 misure urgenti per famiglie ed imprese ecc ecc;
• 4 ulteriori restrizioni per scuole e università;
• 4 lavoro agile per PA
• 8 Italia divisa in due zone a rischio;
• 8 sospensione udienze e processi;
• 8 modello autocertificazione;
• 9 estensione delle restrizioni a tutto il territorio nazionale;
• 9 potenziamento servizio sanitario nazionale;
• 9 chiusura piste da sci;
• 11 ulteriori provvedimenti.
• 17 provvedimenti per il lavoro
• 21 dopo 4 giorni: Chiusura Totale
* a questi si aggiungono le circolari e le ordinanze delle singole regioni.
Vi sembra che la colpa sia di quelli in tuta che corrono!
Detto che ora bisogna uscirne, dopo nessuno dei colpevoli dovrà passarla liscia. Questa volta chi ha colpe deve pagare.