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Il Presidente della Regione Lombardia ha richiesto la riapertura delle attività economiche della regione a partire dal 4 maggio. Anche se ha fatto parziale marcia indietro queste estemporanee uscite mostrano la pressione costante dei settori economici dominanti sulla macchina politica regionale.
Nuova Direzione ritiene che la salute pubblica, tanto più in una regione che ha dimostrato di non riuscire a tenere sotto controllo le sue strutture pubbliche e fornire adeguata protezione ai cittadini, debba venire prima di qualsiasi esigenza economica. Pensi lo Stato a sostenere l’economia, imponendo alla Banca Centrale di adempiere alla sua missione acquistando i titoli del debito pubblico nella misura necessaria e senza proporzionalità alle quote nazionali, e pensi la Regione a proteggere lavoratori e cittadini.
La riapertura di ogni attività è l’obiettivo di tutto il paese. Ma non dovranno ripartire come erano, perché quello era il problema. E’ necessario che i lavoratori siano coinvolti nella gestione delle attività che coinvolgono la loro salute e quella di tutti.

Bisogna comprendere che servizi ed attività essenziali devono essere protetti dalla corrosiva ingerenza del mercato, ed essere sempre disponibili per la protezione dei cittadini in ogni momento e circostanza. Anche se un maggiore controllo degli spostamenti fosse necessario nella fase di riavvio, per prevenire ripartenze brusche dell’epidemia, deve essere condotta una pubblica discussione ed emanati gli atti regolamentari sotto il pieno controllo dell’opinione pubblica e del Parlamento.

Tutte le forze sociali, i sindacati di base e confederali, le forze politiche non subalterne allo stato di cose presenti, sono chiamate alla massima vigilanza. Il futuro dell’Italia dipende da questo.

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