Con il presente documento, intendiamo porre al centro del dibattito la questione dell’azione politica,
definendo una serie di linee guida utili alle Sezioni territoriali e agli associati per dirigere la propria
attività e, al contempo, a garantire la coerenza con gli indirizzi teorici espressi nelle tesi di Nuova
Direzione. Tale proposta è da considerarsi nella cornice della più ampia proposta organizzativa.
Preliminarmente, tuttavia, riteniamo utile esporre le ragioni che rendono l’azione un elemento
centrale dell’attività di Nuova Direzione.
In primo luogo, definiamo “azione” qualunque attività che vada a promuovere e sostenere
direttamente le lotte portate avanti da soggetti subordinati in quanto appartenenti alla classe
subordinata. Ciò implica che l’azione è distinta sia dall’attività teorica e culturale (in quanto
quest’ultima è volta a fornire un supporto solo indiretto alla lotta di classe), sia da quella di
autopromozione mediatica (in quanto volta all’accrescimento di Nuova Direzione stessa). Inoltre,
ciò implica anche che non consideriamo azione la lotta portata avanti da soggetti appartenenti alla
classe subordinata per ragioni diverse dall’appartenenza di classe (e in primis per ragioni di carattere
identitario).
La centralità dell’azione dipende da alcuni fattori che cercheremo di delineare qui di seguito:
● In primo luogo, l’azione svolge una funzione fondamentale nel caratterizzare i referenti
sociali di Nuova Direzione. Dev’essere ben chiaro, infatti, che l’attività di ND dev’essere
inquadrata come parte di un fronte di lotta politica e sociale molto più ampio
dell’associazione stessa, al cui servizio tale attività deve porsi. In altri termini, l’esistenza di
un’associazione politica è strumentale alla difesa e al supporto delle lotte del proprio
referente sociale (nel nostro caso, la classe subordinata);
● in secondo luogo, proprio l’appartenenza a un fronte di lotta più ampio, il servizio agli
interessi di quest’ultimo e l’esercizio di pratiche comuni volte a un comune obiettivo
rappresentano fattori in grado di garantire a ND quel senso di appartenenza di classe senza il
quale ogni tentativo di azione politica è destinato a un sicuro fallimento. Una tale
dimensione “comunitaria” è fondamentale, ma non può essere ottenuta senza partecipare alle
pratiche sociali proprie di quella comunità;
● in terzo luogo, riteniamo che l’azione possa rappresentare un canale complementare (ma
altrettanto efficace) rispetto alla teoria per espandere l’associazione stessa. Se una valida
elaborazione teorica rappresenta il principale strumento per raggiungere attivisti e
intellettuali, l’azione svolge lo stesso ruolo per il soggetto non politicizzato. Per convincere
l’appartenente alla classe subordinata della bontà dei nostri propositi bisogna dimostrare di
essere organici a tale classe, e bisogna dimostrarlo coi fatti, attraverso l’esercizio di pratiche
comuni e la messa a disposizione delle risorse dell’Associazione in vista del raggiungimento
di obiettivi che ne migliorino concretamente le condizioni di vita;
● infine, riteniamo che lo sviluppo dell’azione sia fondamentale per uscire dall’attuale,
soffocante prevalenza del momento elettorale rispetto ad altre forme di azione politica.
Negli ultimi anni, la maggior parte delle organizzazioni politiche hanno inteso come unica
forma di azione politica la partecipazione alla competizione elettorale. Ciò ha prodotto una
lunga serie di effetti nefasti, di cui due ci appaiono particolarmente preoccupanti: la
spettacolarizzazione della politica e la passivizzazione dei militanti. Infatti, se l’azione
politica consiste esclusivamente nel convincere i cittadini a concedere il proprio voto, il
personale politico sarà sempre più propenso a basarsi su promesse demagogiche e artifici
meramente propagandistici, mentre il cittadino (azzerato in ogni dimensione politica che non
sia quella di mero elettore) sarà condannato a una passività impotente, che lo spingerà
spesso a rinunciare totalmente alla dimensione politica della propria vita. Inoltre, la
combinazione di demagogia spicciola e passività rabbiosa non può che condurre a un mutuo
disprezzo: disprezzo dell’elettore verso il politico bugiardo da un lato, e disprezzo del
politico verso l’elettore manipolabile e impotente dall’altro. Per recuperare una dimensione
in cui la politica non sia soltanto mutuo disprezzo e critica qualunquistica, non è sufficiente
presentare al cittadino (già sfiduciato e sospettoso) idee, programmi e teorie (per quanto
corretti possano essere) domandandogli in cambio di concederci una fiducia che ancora non
abbiamo guadagnata (e che potremmo tradire non appena ottenuto il consenso che
volevamo): è invece necessario dimostrare con la propria prassi quotidiana l’appartenenza di
ND alla stessa realtà di lotta cui appartengono coloro a cui ci rivolgiamo.
Così sintetizzate le ragioni che ci portano ad assegnare all’azione un posto centrale nella nostra
visione dell’attività politica, bisogna ancora precisare che noi intendiamo l’azione come
complementare (e non sostitutiva) rispetto all’elaborazione teorica, alla quale spetta anzi il compito
fondamentale di dirigere e rendere coerente l’azione stessa.
LINEE GUIDA
Sulla base delle motivazioni esposte qui sopra, proponiamo che l’Associazione adotti le seguenti
linee guida di definizione della propria azione politica:
- Obiettivo primario dell’azione politica dell’Associazione è la promozione ed il supporto
degli interessi sociali delle classi subordinate; - In considerazione delle attualmente modeste dimensioni delle sezioni territoriali
dell’Associazione, lo strumento primario di azione politica viene identificato nella
collaborazione con altre organizzazioni politiche, sindacali, e/o culturali le cui attività siano
allineate con gli obiettivi dell’Associazione.. Queste ultime vanno identificate
primariamente a partire dal fatto di condividere il medesimo referente sociale (la classe
subordinata), e secondariamente dal promuoverne gli interessi sociali attraverso azioni
politiche caratterizzate nel senso summenzionato; - nel presente e nell’immediato futuro, l’Associazione non partecipa ad attività elettorali, alla
formazione di liste elettorali, né supporta con la propria azione attività elettorali di altre
associazioni politiche. Singoli Associati potranno partecipare individualmente a tali attività,
posto che nel fare ciò non utilizzino il nome dell’Associazione. La ragione di tale scelta
risiede in due diverse considerazioni:
○ Per quanto riguarda il coinvolgimento in attività elettorali dirette, è agevole e quasi
scontato notare come l’Associazione non disponga né del radicamento territoriale, né
di un numero di associati, né di un livello di organizzazione tali da rendere plausibile
una proficua partecipazione in tale genere di attività;
○ per quel che riguarda, invece, il supporto ad attività elettorali svolte da altre
organizzazioni (sia pure vicine per ispirazione e obiettivi), abbiamo rilevato come
proprio la competizione elettorale rappresenti il maggior terreno di scontro e di
frattura tra le organizzazioni politiche della nostra area. Il supporto alle attività
elettorali di una qualunque organizzazione, di conseguenza, rischia di alienare le
simpatie di tutte le organizzazioni che, pur essendo afferenti alla medesima area, si
trovano in competizione, così precludendo ogni possibilità di collaborazione in
quelle azioni che altrimenti potrebbero essere svolte in sinergia. D’altronde,
considerando i modestissimi risultati elettorali che formazioni politicamente vicine
all’Associazione possano prevedibilmente raggiungere, non vediamo nel supporto
all’altrui attività elettorale vantaggi tali da poter bilanciare gli svantaggi; - al fine di poter svolgere col massimo profitto l’azione politica, e al contempo sviluppare un
forte senso di appartenenza a una più ampia comunità di lotta, riteniamo fondamentale che
l’azione sia svolta avendo riguardo alle concrete realtà di lotta che via via si delineeranno.
Ciò implica l’importanza di un forte radicamento territoriale dell’Associazione, e una
conoscenza approfondita delle realtà locali. A nostro giudizio, tali requisiti possono essere
soddisfatti assai più agevolmente dalle sezioni locali, che in quanto tali devono godere di
un’ampia autonomia nella scelta e nell’organizzazione delle singole iniziative. Al contempo,
l’azione delle sezioni deve essere costantemente informata dai principi e dalle elaborazioni
teoriche fornite dagli organi centrali; - Per garantire sia unita’ che efficacia di azione, identifichiamo una serie di obiettivi da
raggiungere nel breve periodo per i vari organi sociali che compongono l’Associazione,
descritti a seguire - alle sezioni territoriali vengono demandati i seguenti compiti:
○ Redigere una lista di associazioni localmente attive rispondenti ai criteri
precedentemente espressi;
○ identificare contatti adeguati tra la sezione e tali organizzazioni;
○ partecipare alle attività politiche, coerenti coi principi dell’Associazione, che siano
promosse da tali organizzazioni non su base individuale, ma come sezione;
○ redigere un diario dell’azione politica della sezione, da condividere regolarmente con
la Commissione Organizzativa. - alla Commissione Comunicazione e Cultura vengono demandati i seguenti compiti:
○ razionalizzare i canali di comunicazione dell’Associazione e, ove necessario, crearne
di nuovi;
○ diversificare i contenuti a seconda dei canali di comunicazione;
○ definire, in collaborazione con la Commissione Organizzativa, le forme e gli
strumenti di comunicazione interna;
○ definire, in collaborazione col Comitato Scientifico, le linee guida su quali temi
trattare, e come;
○ creare le basi di una pratica di divulgazione popolare di materiale culturale e
scientifico. - al Comitato Scientifico vengono demandati i seguenti compiti:
○ fornire indirizzo alla Commissione Comunicazione e Cultura circa i temi e gli
approcci da adottare;
○ sviluppare una serie di documenti di analisi di fase, sulla base dei documenti discussi
e approvati in contesto Assembleare;
○ reclutare e/o instaurare regolari cooperazioni per assicurare all’Associazione una
capacità’ analitica e culturale il più’ possibilmente ampia e produttiva;
○ preparare, in collaborazione con la Commissione Organizzativa, eventi e seminari
dedicati sia alla divulgazione pubblica dei materiali culturali dell’Associazione che
alla discussione interna degli stessi. - alla Commissione Organizzativa vengono infine demandati i seguenti compiti:
○ approntare un conto corrente, definire modalità di pagamento di iscrizione e
procedere alla riscossione della quota associativa;
○ stilare un rapporto sullo Stato dell’Organizzazione da diffondere internamente e
aggiornare regolarmente su base annuale;
○ definire strumenti organizzativi di supporto ai vari organi sociali;
○ creare un’agenda di attività nazionali per integrare gli iscritti esclusi da Sezioni
Territoriali attive;
○ sviluppare un piano di reclutamento di nuovi membri e espansione territoriale
dell’Associazione;
○ monitorare lo sviluppo dei lavori dell’Associazione nello svolgimento dei compiti
qui descritti e identificare nuovi compiti per il futuro, da discutere e approvare da
parte del Direttivo.