di Alessandro Visalli
“Quando si va in guerra, è un errore frequente cominciare dalla parte sbagliata, agire subito e aspettare il disastro per discutere il problema”.
Tucidid
È raro vedere una fase storica nella quale la sottile vernice che ricopre la dura politica degli interessi è a tal punto messa alla prova. L’Europa è la patria di alcune delle più rilevanti utopie ireniche, sogni di pace perpetua attraverso il “dolce commercio”, primato del diritto, governo attraverso le regole, … Si tratta di uno spesso strato di retoriche che hanno circondato, sin dall’avvio, la costruzione europea nascondendo il duro spirito del capitalismo e, per esso, della logica di potenza delle élite cosmopolite impegnate in una costante guerra di classe, unita ad un’incessante guerra nazionale. Abbiamo sempre sentito raccontare di “comunità”, quando dietro le quinte si consumavano scontri all’ultimo sangue mascherati da sorrisi e strette di mano nelle conferenze stampa.
Le riunioni intergovernative sono sempre stare degli scontri all’ultimo sangue, spesso lunghissimi, per bande. La banda tedesca, i suoi alleati francesi, la punta olandese, il gruppo di Visegrad, gli altri ad adattarsi, spagnoli, irlandesi, e gli italiani, eterno vaso di coccio e felice di esserlo. (altro…)