L’emergenza Coronavirus sta facendo emergere in modo chiarissimo tutte le contraddizioni della società di mercato in cui ci troviamo a vivere.
Non si può scegliere tra salute e lavoro!
Farlo è una scelta miope e criminale. Non si può calpestare la vita umana in nome dell’imperativo assoluto della sopravvivenza del mercato. Il lock-down è globale, tutto si sta fermando.
Il sistema era sbagliato e gli errori vengono al pettine. Abbiamo ridotto in modo spasmodico le risorse alla sanità pubblica, che ora si trova sommersa da un’emergenza che non riesce a gestire. Questo non coinvolge solo le persone affette dal virus, ma anche il resto della popolazione che potrebbe avere bisogno di cure immediate. La salute di tutti è messa a rischio in questo momento, deve essere chiaro.
Basta con le strumentalizzazioni di matrice darwiniana; cercare di mandare avanti l’attività economica ad ogni costo, nonostante il virus, potrebbe avere delle ripercussioni sull’economia ancora peggiori. La chiusura serve a contenere il contagio, fare i furbi potrebbe riattivare focolai e prolungare l’emergenza per mesi e mesi condannando la stessa economia ad una recessione spaventosa.
Non si può lasciare che sia Confindustria a decidere quali sono le attività essenziali, con mille cavilli cui appellarsi per tenere le fabbriche aperte.
I lavoratori non hanno dispositivi di sicurezza adeguati, i processi produttivi non sono stati rivisti e con essi turni e procedure di sicurezza, al contrario i lavoratori vengono ricattati per mantenere il silenzio sui casi di contagio.
Tutto questo è intollerabile!
Ormai stanno cadendo tutti i miti sui limiti della finanza pubblica e si scoprono gli orribili altarini politici su cui sono state sacrificate migliaia di vite. La coscienza dei lavoratori si sta risvegliando e non accetteremo più di essere brutalmente normalizzati dalla propaganda, secondo la dottrina della più nefasta shock doctrine.
Ci sono le alternative e vanno messe in campo. Ora.
L’economia è cosa pubblica e deve tornare sotto controllo democratico.
Le attività non necessarie devono essere chiuse subito.
In quelle necessarie alla stretta riproduzione della società, e non al mero profitto, devono essere istituti subito consigli di fabbrica, dove siano i lavoratori a decidere turni e misure di sicurezza.
Sulla propria salute nessuna decisione è legittima senza il proprio consenso pieno ed informato.
Ciò, senza eccezioni e ritardi, deve avvenire nei settori della sanità, della distribuzione e logistica, della fornitura alimentare, dell’energia, della farmaceutica, dei servizi pubblici locali, dei trasporti, della ricerca, della comunicazione, della finanza necessaria a garantire il funzionamento sociale e in tutti i servizi tecnici essenziali al funzionamento di quanto prima.
Nuova Direzione si schiera a favore dello sciopero di USB