Di Manolo Monereo, traduzione di Carlo Formenti
Per Augustina
Lo colpì molto la morte di Susana López. Mi chiamò con un tono per lui inusuale, come disperato. Susana aveva telefonato ad amici e amiche per quello che, consapevolmente o meno, era un addio.
La sua compagna Augustina, in seguito me lo confermò. In quei giorni mi chiamò anche per parlarmi del Manifesto che stava preparando. Gli dissi che lo avrei firmato anche senza leggerlo ma lui si oppose: voleva che ne facessi un’analisi critica e che gli dessi un mio contributo.
Bisognerebbe partire dall’essenziale: Julio era una persona rigorosa. Non comune, singolare con un carattere molto forte, in parte autocostruito. Coraggio, audacia e orgoglio ne definivano lo stile che traspose in politica. Era maestro, storico e appassionato di teatro. Conosceva bene le regole del discorso e le chiavi della retorica politica. Il suo approdo al comunismo fu prima di tutto, come per molti della sua generazione, un impegno etico verso le classi lavoratrici, verso le persone comuni.
Conosceva nei minimi dettagli la storia di Spagna, di Cordoba e dell’Andalusia e conosceva assai bene le caratteristiche del capitalismo spagnolo. Non parlava mai per sentito dire, ha studiato molto fino alla fine della sua vita, e ha imparato a circondarsi di gente che gli apportava conoscenze e informazioni.
Fu un eccellente amministratore pubblico. Aveva saldi principi ma non fu mai un dottrinario. Questo è importante da tenere presente. Da sindaco, non ebbe problemi a gestire la città con la opposizione, ottenne il consenso non con discorsi astratti bensì con un programma politico concepito come un contratto con la cittadinanza. (altro…)