Articolo di Santiago Barbieri

Se vi ponessero la triste domanda “nel 2020, in Italia, sono state più le persone assassinate o le persone morte sul lavoro ?”, voi cosa rispondereste? Ebbene, il funesto primato spetta alle seconde: nel 2020 sono state 1270, contro 271 omicidi volontari; uno scarto di circa cinque volte. Andando a guardare la serie storica, la situazione peggiora soltanto, in quanto da inizio anni ‘90 fa gli assassinii ogni anno sono diminuiti di circa il 75%, mentre le morti sul lavoro sono diminuite di meno del 50% (1). Il calo, peraltro, pare sostanzialmente arrestarsi dopo il 2015, quando inizia un periodo di “stagnazione” oscillante intorno alla triste cifra di 1100 casi annui (2). Nel 2020, per esempio, le morti riportate sono state 181 in più rispetto al 2019: se da un lato gli infortuni mortali nel percorso casa-lavoro sono diminuiti del 30%, quelli durante il lavoro sono aumentati del 35% (3). La differenza è data, evidentemente, dall’aumento del telelavoro nel primo caso e in parte dalla presenza del Covid nel secondo caso (4). I dati sulle morti sul lavoro considerate (dati INAIL) sono inoltre probabilmente sottostimate, in quanto non prendono in conto diverse categorie, tra cui gli agenti di commercio, i giornalisti, il personale di volo, i Vigili del Fuoco, il personale delle Forze di Polizia e delle Forze armate (5). Nonostante questo, l’attenzione mediatica è da decenni spostata quasi esclusivamente su casi di cronaca nera mentre, al di là di pochi casi particolarmente eclatanti, quali l’incidente alla Thyssenkrupp di Torino (6) o la recente morte di una giovane operaia nel pratese, dei morti sul lavoro si tace.

Non si tratta di “tragiche fatalità” o “tragedie”. Si inizia dalla stretta sul bilancio dell’INAIL nel triennio 2019-2021, opera del governo gialloverde: circa 1.7 miliardi di mancate entrate derivanti dalla riduzione del 30% dei contributi pagati dagli imprenditori (7) uniti a circa 500 milioni di risparmi tra tagli al finanziamento dei progetti di investimento e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro e riduzioni degli incentivi per gli imprenditori che decidono di migliorare la sicurezza in azienda (8). Lo stesso provvedimento aveva portato, per una serie di meccanismi piuttosto complessi, anche a una generale diminuzione dei risarcimenti per gli infortuni sul lavoro (9), come denunciato anche dalla Corte di Cassazione (10). Nonostante questo, a inizio 2019, Di Maio affermava giulivo sulla riduzione delle tariffe INAIL che si trattasse di “una battaglia che gli imprenditori combattevano da anni e che finalmente possono dire di aver vinto”, mentre l’allora sottosegretario al lavoro Durigon (Lega) parlava di “un passo concreto che va a migliorare uno degli aspetti più difficili del nostro Paese: il costo del lavoro troppo elevato” (11). Chiudeva il coro Confcommercio comunicando che “la riforma (…) diventa finalmente realtà e comporta per la gestione terziario una riduzione del tasso medio (delle tariffe n.d.a.) che sfiora il 50%” (11). Insomma, un convivio di assassini in giacca e cravatta che parlano di riduzione del costo del lavoro come panacea di tutti i mali (*).

Le responsabilità politiche, tuttavia, non finiscono qui: sempre nel 2019 in Senato è stata creata una commissione d’inchiesta sulle condizioni di lavoro e la sicurezza, la quale tuttavia non ha mai visto la luce poiché non ne sono stati nominati i membri (13). Non solo, ma i dipendenti INAIL sono calati dal 2010 al 2019 del 20% e tale taglio è stato ancora più acuto per quanto riguarda gli ispettori del lavoro INAIL, che sono passati da 367 a 279 (14), per poi precipitare a 246 nel 2021 (13). Per quanto riguarda invece l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, creato nel 2015 col Jobs Act, è a detta del suo stesso capo Leonardo Alestra “un’agenzia di nome ma non di fatto: non in condizione di esercitare appieno la sua governance. Neppure sono riuscito a capire se io sono un direttore generale o un amministratore delegato”. Alestra aggiunge che l’ente si ritrova peraltro con “ranghi impoveriti e invecchiati” (14). In effetti, l’INL conta 1500 ispettori del lavoro, che tuttavia devono fare anche lavoro amministrativo in quanto tale ente dovrebbe avere in teoria 6500 dipendenti ma ne conta solo 4500 (13). Chiudono la giostra le ASL che, in ragione dei tagli operati al Servizio Sanitario Nazionale, hanno visto i propri dipendenti preposti alla prevenzione e alla sicurezza nei luoghi di lavoro passare dai cinquemila del 2009 a duemila (13). Dal lato degli imprenditori, le cose vanno ancora peggio: su 10069 aziende ispezionate nel 2020 dall’INL (prevalentemente nel settore dell’edilizia), ben 8068 registravano irregolarità e spesso più d’una, in quanto le violazioni contestate sono state 12541, di cui la quasi totalità (12202) a carattere penale (13). Per l’appunto, per tornare alla cronaca, anche nel caso dell’operaia morta recentemente in una fabbrica vicino Prato sembra (va chiaramente confermato) che fossero state omesse delle misure di sicurezza da parte dell’azienda (15). In provincia di Prato, peraltro, fioccano le irregolarità al riguardo (16).

Insomma, è fin troppo evidente che, nel caso italiano, un’imprenditoria mediamente miope e meschina, che vede erroneamente nel costo del lavoro il problema annoso della stagnazione economica, trova sponda in una classe politica asservita e non all’altezza: il risultato è che i risparmi sul costo del lavoro vengono fatti sulla pelle, letteralmente, dei lavoratori.


(*) Peraltro, proprio al riguardo, bisogna sottolineare come ancora una volta l’imprenditoria e la politica confondano cause ed effetti, imputando le scarse performance dell’economia italiana all’alto costo del lavoro, un mantra ormai in voga da decenni, senza capire che è piuttosto l’aumento del costo del lavoro a essere dovuto all’andamento stagnante dell’economia. Come fa notare la prof. Antonella Stirati (12), una dei massimi esperti italiani sul tema

l’aumento della quota dei salari sul Pil è strettamente legato alla crisi economica successiva al 2008; i redditi medi da lavoro in termini di potere d’acquisto sono stagnanti dal 2010, e all’origine dell’aumento della quota dei salari nell’industria manifatturiera e nel settore privato vi sono fenomeni – la caduta/stagnazione della produttività e dei prezzi, in particolare nel settore manifatturiero – strettamente legati all’andamento negativo della domanda e del PIL.

Insomma, associazioni imprenditoriali e governo prima sbagliano le analisi economiche e poi come soluzione non trovano di meglio che aumentare i rischi di infortunio per i lavoratori.


Fonti :

(1) https://pagellapolitica.it/dichiarazioni/8891/si-i-morti-sul-lavoro-sono-quasi-cinque-volte-le-vittime-di-omicidio

(2) https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-dati-inail-2020-luglio-pdf.pdf (questi dati sovrastimano quelli riportati dalla stessa INAIL per l’anno 2019 nel documento (3). Dall’incrocio di diverse fonti, i dati 2019 corretti paiono essere quelli documento (3)).

(3) https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/news-ed-eventi/news/news-dati-inail-infortuni-malattie-professionali-2020.html

(4) Le malattie infettive contratte sul lavoro sono, giustamente, contate dall’INAIL tra gli infortuni.

(5) https://dati.inail.it/opendata/default/Qualidati/index.html

(6) https://it.wikipedia.org/wiki/Incidente_della_ThyssenKrupp_di_Torino

(7) https://www.ilpost.it/2019/04/03/taglio-fondi-sicurezza-lavoro/

(8) https://www.altalex.com/documents/leggi/2019/01/02/legge-di-bilancio-2019-co1143 (è il comma 1122 della Legge di Bilancio 2019).

(9) https://www.repubblica.it/economia/diritti-e-consumi/diritti-consumatori/2019/02/26/news/infortuni_sul_lavoro_cosi_i_soldi_destinati_alle_vittime_finiranno_all_inail-220080315/

(10) https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/04/02/news/infortuni_sul_lavoro_tagliati_i_risarcimenti_e_i_fondi_per_la_sicurezza-223138391/

(11) https://www.ilsole24ore.com/art/lavoro-ok-decreto-tariffe-inail-taglio-medio-32percento-ABKct0YB

(12) https://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/lavoro-e-sindacato/le-lacrime-di-confindustria/

(13) https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/05/04/morti-sul-lavoro-la-politica-scopre-lemergenza-dettori-cgil-le-leggi-ci-sono-ora-metterci-i-soldi-pochi-controlli-e-8-aziende-su-10-non-sono-in-regola/6187058/

(14) https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/11/05/infortuni-sul-lavoro-inail-e-ispettorato-a-rischio-loperativita-ci-manca-personale-e-quello-che-abbiamo-e-troppo-vecchio/5548687/

(15) https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/05/05/luana-dorazio-alla-titolare-dellazienda-e-alladdetto-alla-manutenzione-contestata-la-rimozione-della-saracinesca-protettiva/6188203/

(16) https://jacobinitalia.it/a-uccidere-e-lorganizzazione-del-lavoro/?fbclid=IwAR0HH1boC0EbTSPNtw8a4p2WUep_07GtlKFsGCWSYLA6dLlx32SOilrKcGA