Articolo di Riccardo Bernini – 10/10/2021
Partecipo al raduno in Piazza Fontana a Milano, quella della bomba alla Banca dell’Agricoltura. Ancora alle 17 siamo pochini. Non c’è segno di organizzazione. È un sabato di protesta dopo tanti altri sabati. Verso le 18 siamo più numerosi. Lo schieramento della polizia proibisce di andare in Piazza Duomo.
Va evitata qualsiasi immagine che associ la cattedrale simbolo di Milano al no green pass. Farebbe il giro del mondo. Il corteo prende forma e si snoda per le vie laterali che conducono a Piazza Missori. In modo sorprendente si ingrossa fino a riempire quasi tutto Corso di Porta Romana. Siamo poco meno di 10mila. Non noto alcuna presenza fascista. Nessun segno di violenza, ma tanta incazzatura.
Slogans: Libertà! Giù le mani dal lavoro! No green pass! Draghi vaffanculo! Bandiere solo tricolori. Cartelli creativi scritti a mano dai manifestanti. Mi emoziona vedere questo popolo, fatto di lavoratori, donne e uomini giovani e maturi, pensionati, di “ceti medi depauperati” – direbbero i fini analisti -, che non demordono e si oppongono. Alcuni amici mi mostrano immagini da Roma dove la piazza è riempita da almeno il doppio dei partecipanti a Milano.
Mi stacco dalla manifestazione all’angolo col Policlinico. Tornando in bicicletta dal corteo, penso tra me e me che se l’11 ed il 15 ottobre a questo movimento presente in tante città d’Italia si congiunge la resistenza dei lavoratori, molti dei quali bersagliati dai licenziamenti permessi da Draghi, il suo governo andrà in forte difficoltà. Sono 5 milioni i lavoratori non vaccinati.
I portuali di Trieste hanno detto che non si faranno dividere dalle discriminazioni imposte dal pass: “Giù le mani dal lavoro!” Ma il mio pensiero è già stato anticipato dal Palazzo. Giunto a casa, accendo il televisore e mi ritrovo come proiettato nel remake di un film già visto. Le news che coprono le 24 ore sono presenti live, con inviati e telecamere ai principali raduni di Roma e Milano.
Molto strano e stupefacente, visto che hanno sempre snobbato e stigmatizzato queste “poche centinaia” di terrapiattisti “No-Vax”. Nemmeno il tempo per “sospettare” che scorrono le immagini dell’assalto alla sede della Cgil. Quattro poliziotti (sorprendentemente quattro!) sopraffatti da uno sparuto gruppo di provocatori fascisti. Ah, ora è tutto più chiaro. Il governo ha deciso di giocare d’anticipo, di drammatizzare, di metterla in scontro. Il gruppetto di mestatori fascisti (eterodiretti?) è pronto allo scopo. D’altro canto questa è la loro funzione da sempre.
Questa mattina il giornalismo di regime, a reti unificate, “informa”. In soppesata scaletta: violenze dei manifestanti contro il green pass ed assalto squadrista al principale sindacato dei lavoratori; dichiarazioni di condanna di tutti gli esponenti delle istituzioni, compresi i Masaniello del fu M5S; la ministra Lamorgese che lancia l’allarme della eversione; sedi delle Camere del Lavoro presidiate contro lo squadrismo; manifestazione nazionale sindacale convocata per il 16; dulcis in fundo… preoccupazioni dei governatori per come andrà il 15 ottobre.
Il loro bersaglio appare evidente: impedire che i lavoratori si uniscano al movimento no green pass. Le bandiere rosse dei lavoratori non devono sventolare insieme a quelle nazionali dei normali cittadini che protestano libertà.
Esattamente il contrario di ciò che è necessario avvenga.